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Berlusconi detta la linea: "Attaccare, attaccare"

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 10:27
04/05/2007 10:27
 
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Berlusconi detta la linea: "Attaccare, attaccare"

Il presidente del Milan sceglie la tattica per Atene e parla a tutto campo: "Va bene il Liverpool, volevamo la rivincita. Kakà è il mio ideale, ma porte aperte a Sheva. Buffon? Teniamo Dida"


Presidente, come definisce la semifinale contro il Manchester United?
"La più epica della mia gestione perché all’andata avevamo perso, perché giocavamo contro un grande avversario, perché ci guardava tutto il mondo e per il modo in cui ci siamo comportati. Abbiamo ribaltato la situazione in modo fantastico nonostante la pesante assenza di Maldini. Il gioco del Milan è stato autorevole, bello. Abbiamo annichilito l’avversario: il Manchester è sembrato imbalsamato per un tempo. Poi ha mostrato l’orgoglio tipico degli inglesi, ma noi siamo stati bravi a riprendere rapidamente il gioco in mano".

Forse neanche lei si aspettava un simile trionfo.

"E’ stata una partita magica. Il calcio è strano: al Manchester era andato tutto bene contro la Roma, a noi è andato tutto bene contro il Manchester. La partita si è svolta in maniera armonica e convincente per noi dal primo all’ultimo minuto".

Anche per quest’anno è rinviata la fine del ciclo rossonero.
"Questa della fine del ciclo è un’opinione che non ho mai condiviso. Ci possono essere stagioni in cui i risultati sono ottimi, in altre buoni o meno buoni. Ma è molto difficile trovare sul mercato dei giocatori più forti di quelli che abbiamo".

Buffon non sarebbe uno di questi?

"Buffon è un grandissimo portiere, sicuramente il più bravo d’Italia. Ma noi abbiamo rinnovato il contratto a Dida perché siamo convinti del suo valore".

Ma ha commesso molti errori.
"Nessuna papera, solo sfortuna".

Insistiamo: tra Buffon e Ronaldinho quale grande acquisto si deve aspettare il tifoso del Milan?
"Escludo Buffon per quanto dicevo prima. Su Ronaldinho la situazione è chiara: se il Barcellona lo vende, noi siamo in pole position. Siamo i primi di una lunga fila di squadre che vorrebbero acquistare il brasiliano".

Cosa rappresentano le lacrime del dopo-partita di Clarence Seedorf?
"Un bellissimo segnale, perché dimostrano l’attaccamento suo e dei compagni a questa maglia. C’era grande commozione in tutto lo spogliatoio: una cosa che mi ha colpito molto. E’ la dimostrazione che in questi vent’anni abbiamo costruito qualcosa di grande che va oltre il campo. Abbiamo vissuto vent’anni da protagonisti e stiamo andando avanti sulla stessa scia. Il mio Milan è infinito".

Kakà è diventato il simbolo di questo Milan?
"Ripeto quanto detto a fine gara perché credo che racchiuda tutto: è il figlio ideale, è il marito ideale, è il genero ideale. E’ bello, bravo, buono, educato, talentuoso e ha una moglie meravigliosa. Ho detto a entrambi che faranno figli bellissimi".

Questo è il Milan più bello?
"Ne abbiamo avuti tanti di Milan belli: penso a quello degli olandesi, a quello estroso di Savicevic e Boban, a quello del 2003. Tutti caratterizzati da un bel gioco. Il Milan ha cambiato il calcio italiano. Con Sacchi abbiamo predicato la nostra filosofia: scendere sempre in campo per vincere".

Le hanno fatto piacere i complimenti dell’Uefa e di Platini al Milan, soprattutto perché arrivati pochi mesi dopo le accuse estive?
"L’Uefa è un istituto burocratico, i complimenti mi hanno lasciato indifferente. Le accuse estive furono frutto di cattiva informazione. Fu la degna chiusura di una estate piena di delusioni e soprattutto di ingiustizie".

Va bene il Liverpool o avrebbe preferito sfidare in finale il Chelsea di Shevchenko?
"Va bene il Liverpool: una rivincita che attendevamo. Non mi avrebbe fatto piacere affrontare Sheva per una questione di rapporti personali. Lui è affezionato a me e io voglio bene a lui. Mi dispiace che la sua squadra abbia perso, ma è meglio non dover sfidare lui per alzare la coppa".

Riprenderebbe Shevchenko al Milan?

"Magari. Lui vorrebbe tornare, adesso vediamo. Di certo per lui le porte non sono aperte, sono spalancate".

Che cosa le viene in mente pensando alla finale di Atene?
"Che è una festa per il calcio italiano: ne avevamo bisogno per confermare che da noi si gioca bene. L’Inter è un’ottima squadra che ha vinto con pieno merito il campionato: i miei complimenti sono sinceri. Le nostre famiglie sono legate da un vecchio rapporto di amicizia e io sono stato felice per il suo scudetto perché nessuno se lo meritava come Massimo. E’ vero che non c’era la Juve e che il Milan era penalizzato, ma loro sono stati convincenti in tutto e per tutto. Come la mia squadra in Europa: chi ama il calcio ha apprezzato il Milan".


Liverpool significa Istanbul e una pagina amara.

"Ricordo sempre che ci fu annullato il 4-0 e poi iniziò la loro rimonta rocambolesca. E quei rigori... Dudek deconcentrò i nostri rigoristi che non sapevano che gli era consentito muoversi sulla linea. Ma adesso sappiamo tutto e ci stiamo allenando anche per superare questi problemi".

Cosa teme del Liverpool?
"Il suo vigore fisico. Ogni squadra ha le proprie caratteristiche: gli inglesi sono molto bravi dal punto di vista atletico, ma il Milan ha le sue armi. Due in particolare: la tecnica e la filosofia di gioco. Anche ad Atene andremo all’attacco: per vincere. E stavolta non arriveremo ai rigori".
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