DISIMPEGNO? MAI!
Il discorso del presidente Berlusconi al Natale Rossonero: sorridente ma fermo, tra un paio di barzellette e precisi propositi di riscatto. E su Kakà: il sogno di Calderon rimarrà tale.
MILANO - Nulla di scritto, nulla di formale. Tutto a braccio, tutto improvvisato. Con la consueta vivacità e la capacità di catalizzare l'attenzione. Così Silvio Berlusconi, il presidente del Milan, è intervenuto attorno alle 21.30 nella sala grande dell'Alcatraz di Milano, noto locale di via Valtellina. Appena arrivato nel salone e raccolti i primi applausi, il Presidente ha chiesto subito un microfono e, senza concessioni al cerimoniale, ha afferrato il primo che gli capitasse a tiro ai piedi del palco dei gospel e dell'orchestra che ha allietato la serata. Ecco il discorso di Silvio Berlusconi:
"Fuori di qui, al mio arrivo, sono stato subito raggiunto da microfoni e telecamere con domande sul mio eventuale disimpegno dal Milan. Mai, è stata la mia risposta. Mai mi sono sottratto agli impegni presi con chi mi ha dato fiducia. Rifaremo molto presto un Milan vittorioso come sempre e anche se quest'anno non vinceremo, ci sta di tirare il fiato per un anno. Mi hanno chiesto poi di Kakà, se il presidente del Real Madrid Calderon turba le mie notti e i miei risvegli con i suoi tentativi di arrivare a Kakà. Certo che no, ho risposto. E mi hanno ancora incalzato, chiedendomi se con Kakà finirà come con Shevchenko. Ma quello di Sheva è stato un discorso diverso. Lì abbiamo capito il padre, il marito. A volte le nostre mogli ci impediscono di decidere quando e come uscire dal nostro nascondiglio sotto il letto, cosa che invece da capi-famiglia quali siamo vogliamo decidere noi in prima persona...Nel caso di Sheva la moglie ha preferito portare i figli nella nebbia di Londra che fa bene ai polmoni ed è finità così, ma nel caso di Kakà il sogno di Calderon rimarrà tale. Per il resto non vedo nella nostra squadra di quest'anno un gioco disastroso, anche se i risultati delle ultime partite non ci hanno premiato. Il fatto è che i pali hanno preso troppo in simpatia i nostri attaccanti, che gli arbitri ci guardano un po' troppo in cagnesco e che, soprattutto, abbiamo tantissimi infortunati. Ma un po' di carità cristiana ogni tanto si impone, del resto l'Inter non vinceva da tanti anni come ricordano tante barzellette e allora vinca pure questo campionato tanto, visto che la Juve ha pensato bene di farsi da parte, dall'anno prossimo tornerà un grande Milan e il discorso sarà chiuso ancora per molti altri anni. Quando si riaprirà il mercato ci rafforzeremo con nuovi innesti. Adesso però dobbiamo essere più forti della sfortuna, dell'invidia e dell'ingiustizia. Lo siamo stati ieri, dobbiamo esserlo oggi e lo saremo anche in futuro".
fonte: acmilan.com
basta che sganci il grano, silviè!