I nipoti di Arrigo Sacchi

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stilevario85
00domenica 8 giugno 2008 16:29
ILANO - Caro Arrigo, sei diventato nonno...Senza che Sacchi ce ne voglia, l'estate in corso non sta facendo altro che irradiare su mezza Serie A l'onda lunga di quella che in molti ancora oggi definiscono la Squadra Perfetta, ovvero il primissimo Milan di Silvio Berlusconi. I meccanismi della proprietà transitiva sono semplici e immediati: quasi tutti i campioni del Milan 1987-91 sono diventati allenatori. Quindi i vari Tassotti ed Evani, Filippo Galli e Franco Baresi, Donadoni e Gullit, Rijkaard e Van Basten sono, mezzo mondo li ha ribattezzati così, i figli di Sacchi. Ergo, i giovani talenti che tante risorse stanno portando al Milan sono di fatto e a tutti gli effetti i nipotini.

Fino agli sgoccioli dello scorso millennio, infatti, i prodotti del settore giovanile del Milan erano di categoria fra Serie B e C. Senza fare troppi nomi, da Rabito a De Zerbi, da Lantignotti a Gasparetto, questa era la situazione. Senza infamia assolutamente, ma anche senza lode. Oggi, invece, se esci dal settore giovanile rossonero in generale e dalla Primavera in particolare, sei quasi automaticamente di categoria in Serie A. L'onda c'è ed è tutt'altro che anomala: Donadel, Borriello, Sammarco, Matri, Astori, Abate, Marzoratti, Antonini e altri ancora. Cos'è cambiato? La ricerca della battuta ci ha portato sui figli e sui nipoti. Con uno sforzo di retorica, arriviamo invece a stretto contatto con l'immortalità rossonera.

I molti e non trascurabili milioni di euro che arrivano nelle casse rossonere, che i bilancisti chiamano plusvalenze (partono tutti infatti da costo zero) e che i più inesperti chiamano risorse, portano con sè una griffe doc. Donadel, Antonini e Sammarco? Sono figli di Mauro Tassotti e hanno vinto con lui il "Viareggio" del 2001. Matri, Marzoratti e Abate? Sono della Primavera allenata da Franco Baresi. Di Gennaro? Lo ha forgiato Filippo Galli. Paloschi? E' made in Evani ed è stato rifinito sempre da Galli. Sono loro, i nostri immortali, è il frutto del loro lavoro che aiuta la società a colmare il gap con i fatturati infinitamente più corposi delle società inglesi e spagnole. Il Milan che si nutre del proprio cordone ombelicale con un recente passato carico di gloria è qualcosa di unico.

Come sempre.
Giubo
00lunedì 9 giugno 2008 20:03
vediamo di farne uscire qualcuno anche per il Milan per favore....
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