Il Punto sulla A: Tanto tuono' che piovve

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Il nostro Davide Zuini commenta a caldo le tematiche della giornata.



zoom - galleria Povero diavolo, che pena mi fai…..Le parole di Cocciante sembrano tagliate su misura ad un Milan che ormai sembra esistere solo nei proclami e nelle convinzioni (chissà quanto davvero reali) di tecnico e dirigenti. Perché quello che evidenzia questa giornata è che la squadra non c’e’ più. Gli eventuali torti arbitrali non possono essere un alibi per una squadra di questo livello che cammina per il campo e produce palle gol con il contagocce. Che i punti di penalizzazione abbiano pesato è fuori discussione ma molto di più ha influito il mancato svecchiamento della difesa che ha portato a mancare quasi completamente di esterni, soprattutto a destra. E’ stata determinante la cessione di Sheva e la mancata sostituzione, pur con tutte le giustificazioni del caso. Non si capisce nemmeno perché nel turn over messo in atto da Ancelotti sia sempre escluso Seedorf che in più di una partita ha denunciato pause notevoli. Per la verità il Milan non mi ha entusiasmato nemmeno in Champions. Dopo un devastante Kaka solo l’insipienza offensiva degli avversari ha consentito di non rimettere in equilibrio una partita già vinta. Si parlava di rilassamento momentaneo a risultato acquisito. Evidentemente non era così, almeno non solo. Ma parlare solo degli enormi limiti del Milan sarebbe fare un torto alla splendida Atalanta che in compagnia del Livorno, altra meravigliosa realtà, si trova in posizioni di classifica da capogiro, dietro alla Roma bella e concreta con la Fiorentina e alla coppia regina che oggi assolve al suo compito senza eccessivi problemi.

Galliani ha dichiarato che le politiche praticate da alcune grandi squadre in tema di acquisti sono ormai impraticabili. Inseguire campioni già affermati a suon di milioni è diventato impossibile per mantenere l’equilibrio economico di una società. Già. Ma il Milan e con lui altre titolate formazioni italiane cosa hanno fatto fino ad ora? Con i parametri zero se ne imbrocca una su tre e si rischia di acquisire giocatori cotti e demotivati, in cerca solo dell’ultimo ingaggio importante. Può comunque funzionare, ma non deve essere l’unica risorsa. Allora i giovani, come fa ad esempio il Liverpool. Quest’anno sono arrivati Gourcuff e Bonera. Il problema è che quando si acquistano i giovani o si ha fiducia e li si fa giocare oppure se la scelta è solo di allargare la panchina i conti continuano, inevitabilmente, a non tornare. Dicevo poco prima di Seedorf che viene fatto giocare anche con il Pergocrema. In queste circostanze è evidente che gli spazi diventino ridottissimi. Non c’e’ poi alcuna scusante per un settore giovanile che ha sfornato in passato tanti campioni e che sono anni che pur continuando a produrre buoni giocatori li vede partire per altri lidi e mai più tornare. Questa è una responsabilità enorme che le società tutte si devono assumere. Ultima chicca la presunta trattativa per Amelia. Indovinate da dove proviene il portierone amaranto? Ricordate Vieira bocciato dopo poche partite? Per tacere di tante scempiaggini di tutte le maggiori squadre del nostro campionato. A stilare una classifica ci sarebbe da divertirsi. O da piangere. Se ci si mette in testa che vincere tutto è subito è spesso un’utopia, che i giovani sono un patrimonio da valorizzare e che un Kakà, convincente da subito nasce ogni lustro, tutto è possibile. Occorre fare giocare i giovani accanto ai giocatori più esperti, non inserirli allo sbaraglio gettandogli addosso tutte le responsabilità. Altrimenti quando la squadra è decotta non c’e’ più tempo, bisogna acquistare giocatori di sicuro rendimento pagandoli spropositi. Spero davvero che il discorso di Galliani sia l’inizio di una nuova strategia e non l’ennesima boutade fine a se stessa.