Maldini: "Vorrei trionfare al Mondiale per Club"

Maldini: "Vorrei trionfare al Mondiale per Club"

MILANO - Il capitano dei rossoneri, Paolo Maldini, nel corso di un'intervista a 'Milan Channel' ha confessato che il suo desiderio più forte è quello di poter nuovamente trionfare sul tetto del mondo al prossimo Mondiale per Club in Giappone (il 13 dicembre il Milan affronterà in semifinale una squadra tra i giapponesi degli Urawa Red Diamonds e la vincente dello spareggio tra i neozelandesi del Waitakere United e gli iraniani del Sepahan). Ecco le parole del pluridecorato difensore: "Più il Mondiale si avvicina e più il pensiero è rivolto a quelle due partite che hanno un grande significato per noi. Dopo la sosta per la Nazionale entreremo nel vivo della stagione sia per quanto riguarda la qualificazione alla Champions League che per il Mondiale per Club: questo è un impegno importante anche a causa della fatica che comporterà il viaggio lungo, staremo in Giappone più di dieci giorni. Sicuramente la voglia di tornare ad essere sul tetto del Mondo non manca. Questo Mondiale per me ha come scopo quello di mettere in parità il mio bilancio che ad oggi conta due vittorie e tre sconfitte. Dobbiamo stare attenti agli Urawa Reds Diamonds. Le squadre giapponesi hanno giocatori dotati di una buona tecnica, aggressività, anche se fisicamente non sono molto prestanti. Hanno sempre preso molto dai giocatori brasiliani. A me è capitato di incontrare una formazione giapponese con la Nazionale e ho notato che se anche magari incontrano difficoltà a superare i gironi, non hanno mai preso grandi goleade". Poi chiosa finale sulla violenza che impera negli stadi: "Credo che una delle immagini più significative della scorsa domenica sia stata quella dei bambini allo stadio di Bergamo che non si rendevano conto di quanto stesse accadendo e, forse, non lo stavamo capendo anche noi. Credo che questo sia un problema che si può risolvere con fermezza e con decisioni forti. A Bergamo i tifosi mi hanno chiamato e mi hanno detto che non volevano che giocassimo. Io ho fatto presente loro che la decisione non spettava a noi giocatori e che non potevamo imporre la sospensione della partita, non si capiva cosa fosse realmente successo. Poi ho parlato con l'arbitro e ci siamo resi conto che la situazione era veramente delicata, però a parere mio è sbagliato essere 'ostaggio' dei tifosi sia in ambito sportivo che fuori".

(L.S.)

Se lo merita immensamente Paolo, forza capitano, guidaci all'ennesima formidabile impresa della tua leggendaria carriera.

faccio il possibile