Repubblica: Milan, Berlusconi cede ai figli ed è pronto a vendere il club

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pienpi
00venerdì 4 settembre 2009 10:28

Silvio Berlusconi ha resistito fino all'ultimo. Ha cercato di trattenersi dinanzi ai "numeri" del bilancio e al pressing della "famiglia". Ma alla fine ha accettato di imboccare la strada indicata da tempo dai suoi due figli maggiori, Marina e Piersilvio. Di preparare un "piano" per uscire dal calcio. La svolta è maturata questa estate. Il mercato in difficoltà, i risultati sportivi non più in linea con quelli del passato, i litigi domestici sull'eredità. E soprattutto gli effetti del campionato sui sondaggi di popolarità e sulle elezioni. "La vicenda Kakà - ha ricordato lo stesso presidente del Consiglio - mi ha fatto perdere almeno 2 punti nell'ultima tornata europea". Tutti fattori che lo hanno convinto ad accettare il "sacrificio". Al punto di avviare personalmente le prime trattative per la cessione.

Un percorso che sicuramente non sarà breve. L'Ac Milan costa tanto. Secondo le prime valutazioni, il valore si attesta tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Non sarà quindi facile individuare un acquirente. Tant'è che la "grana" se l'è assunta direttamente Berlusconi effettuando qualche sondaggio. Domenica scorsa, il giorno dopo la sonora sconfitta subita nel derby, il capo del governo è volato a Tripoli per incontrare il leader libico Gheddafi. Un vertice istituzionale, certo. Nel corso del quale, però, il capitolo "affari" è stato preponderante. Il business petrolifero, quello infrastrutturale, quello delle tlc sono ormai da tempo al centro dei contatti tra Italia e Libia. Il Cavaliere ha inserito anche il dossier Milan provando a saggiare la disponibilità di uno dei fondi sovrani libici: il Central Bank of Lybia, il Lybian Investiment Authority o il Lybian Foreign Bank. Da tempo, del resto, questi soggetti sono attratti dal nostro calcio.

In passato è accaduto con la Juve, di recente hanno chiesto informazioni sulla Roma. E adesso Berlusconi li ha consultati sulla sua squadra. Per non turbare gli assetti societari e familiari, il capo del governo immagina una vendita "a tappe", senza strappi improvvisi. Con un primo ingresso in quota minoritaria. In ogni caso l'iter non deve condizionare le prossime scadenze politiche. Dei contatti libici ancora non si conoscono gli esiti, dimostrano però la ricerca di una nuova frontiera per il Diavolo.

La questione, dunque, è ufficialmente sul tavolo di Berlusconi. Anche perché il "mondo-Milan" non rappresenta più solo un "giocattolo sportivo". Sempre più interseca gli interessi politici e soprattutto quelli imprenditoriali e "familiari" del gruppo Fininvest-Mediaset.

Argomenti che il premier ha sollevato pure nella cena piuttosto mesta con Adriano Galliani organizzata in un noto ristorante di Milano dopo la partita di sabato scorso. E lo stesso amministratore delegato del Milan da tempo ha messo nel conto la "necessità" di vendere. In diverse occasioni, infatti, - in colloqui informali con esponenti del mondo politico e imprenditoriale - proprio Galliani si è sbilanciato sulle prospettive della sua società sportiva: "Il Milan - è stato il ragionamento esposto nelle ultime settimane - lo teniamo solo se resta competitivo a livello europeo. Ma per questo bisogna investire tanto. Il punto, però, è che ormai non so se sia possibile colmare in tempi brevi il gap con squadre come Manchester United, Real Madrid o Barcellona". Il Cavaliere si è sempre appoggiato sull'immensa turbina milanista che macinava consenso e alimentava un'immagine vincente. Con le sconfitte, però, l'effetto diventa opposto. E secondo l'inquilino di Palazzo Grazioli, le prime conseguenze si sono avvertite a giugno scorso. Alle Europee e nei sondaggi di popolarità.

Non solo. Lo stesso "numero due" milanista si è dovuto scontrare con la fermezza dei primogeniti del Cavaliere, Marina e Piersilvio. Poco interessati al calcio e soprattutto non più disponibili a ripianare i passivi del Milan. "Abbiamo dato già troppo", è il loro leit motiv riferito pure alle consistenti esposizioni bancarie. Tant'è che negli ultimi anni, alcune scelte di mercato sono state dettate proprio da "ragioni" di bilancio. Gli acquisti di calciatori come Ronaldo, Ronaldinho, Beckham rispondevano più alle logiche del merchandising che a quelle del calcio. Incrementare il valore del brand rossonero per ravvivare le casse di Milanello ed evitare esborsi eccessivi da parte di Fininvest. Seguendo un po' il modello spagnolo dei "Galacticos" di qualche anno fa. Con una differenza: il Real Madrid può contare sullo stadio di proprietà.

Appunto lo stadio. A Via Turati fino a qualche mese stavano lavorando per il nuovo impianto. Prevedendo una spesa di oltre 300 milioni di euro. Un investimento considerato prioritario e per il quale erano già state attivate le reti di finanziamento. Ma da questa estate l'intera procedura è stata bloccata. Su preciso input dello stesso Galliani. Il quale ha fatto sapere - persino agli uomini del comune incaricati di seguire la pratica - che per il momento ogni passo può essere sospeso. Un'indicazione coerente solo con la scelta di "vendere". "Per fare certe cose - si è lamentato con molti - dovremmo essere in Premier League". Eppure, in Italia altre squadre sono impegnate nello stadio di proprietà: la Juventus in primo luogo, ma anche team meno blasonati come Parma e Como.

La vera spinta ad accettare l'idea della cessione, però, è venuta dalla famiglia. La "fermezza" della prole berlusconiana risponde non solo all'esigenza di razionalizzare il core business del gruppo. Ma anche al desiderio di fare chiarezza sull'eredità dell'"impero". Visto che oltre a Marina e Piersilvio, pure Luigi, Barbara e Eleonora non hanno mai manifestato una particolare predisposizione per i rossoneri. Nessuno, insomma, sembra poi tanto interessato alle gesta di Pato, Gattuso e Pirlo.



insomma, qua le voci si rincorrono
mi auguro solo che non finiamo veramente in mano ai petrodollari
maldini
00venerdì 4 settembre 2009 10:56
è da vedere tutto, in fondo un petroliere come moratti con qualcuno di intelligente a gestire gli acquisti non sarebbe da buttare

vedremo come va a finire, sicuramente restare con qualcuno che non investe è inutile
pienpi
00venerdì 4 settembre 2009 11:27
per petroliere intendevo sceicchi ed affini
moratti è tutta un'altra cosa
stilevario85
00venerdì 4 settembre 2009 13:00
si ma l' articolo è di REPUBBLICA.. IL TUTTOSPORT (insieme al GIORNALE) DEI QUOTIDIANI NON SPORTIVI
maldini
00venerdì 4 settembre 2009 13:11
sportivo no, ma politico si
la cessione del milan non è solo un problema puramente calcistico
poi è tutto da vedere, magari veramente berlusconi farà in modo di restare presidente facendo entrare solo capitali attraverso sponsor ricchi e partecipazioni varie
stilevario85
00venerdì 4 settembre 2009 14:35
Milan in vendita? Arriva la smentita della Fininvest

13:30 del 04 settembre

Foto Getty Images/Claudio Villa

"In relazione a nuove indiscrezioni di stampa, la Fininvest ribadisce ancora una volta che non esiste alcuna ipotesi di cessione di quote della società A.C. Milan". E' quanto si legge in un comunicato ufficiale della finanziaria della famiglia Berlusconi.

In precedenza era intervenuto Adriano Galliani: "Le dichiarazioni a me attribuite sono assolutamente false - ha dichiarato all'Ansa l'amministratore delegato del Milan - Non ho sospeso la procedura per la realizzazione di un nuovo stadio. Noi abbiamo sempre pensato di rimanere a San Siro e, se possibile, di acquistarlo".

Smentita anche la frase secondo cui Berlusconi vorrebbe tenersi il Milan solo se la squadra rimanesse competitiva a livello internazionale. Sulla rappacificazione con la Curva Sud: "Non abbiamo regalato nemmeno un biglietto per il derby, figurarsi cinque mila. Posso assicurare che il bel comportamento della curva non è stato in alcun modo condizionato, si tratta di un comportamento spontaneo da veri tifosi del Milan".
C.G.
pienpi
00venerdì 4 settembre 2009 15:37
io, a sta storia della vendita, ormai ci credo

è l'una cosa che spiegherebbe gli sfaceli degli ultimi 3 anni
pienpi
00sabato 5 settembre 2009 13:34
"Milan in vendita. Gli acquirenti saranno arabi o libici"

Intervista realizzata dal portale cnrmedia.com a Luca Di Liddo

C'è fermento in casa Milan. Indiscrezioni su Finivest, holding della famiglia Berlusconi, in trattativa per cedere la società al leader libico Gheddafi. In precedenza le voci volevano un acquirente arabo come interessato a rilevare le quote di maggioranza del Milan. Spunta anche un'ipotesi azionariato popolare. Per Luca Di Liddo, analista finanziario socio dell'Associazione italiana degli analisti finanziari, questa ultima formula è la più difficile da realizzare. Mentre apre alla possibile cessione del Milan.

Da qualsi segnali possiamo capire che la società di via Turati è in vendita?

Dopo la campagna acquisti dell'estate è chiaro che la proprietà vuole vendere il Milan. I soldi rientrati dalla vendite come quella di Kakà non sono stati reinvestiti per ricapitalizzare la società. Questa è la classica strategia che utilizzano gli imprenditori quando mettono la società sul mercato per venderla.

Quali parametri bisogna prendere in considerazione per valutare quanto vale il Milan?

La società Milan è valutata su valori immateriali. Non certo in base al bilancio effettivo, che è chiuso con valori negativi. I parametri sono dunque quelli della notorietà del marchio e del ritorno di immagine sui mass media. Perciò si utilizzano giudizi e stime diverse da quelle normalmente utilizzate sui mercati finanziari.

Si parla di una cifra vicina agli 800 milioni di euro. E' una stima attendibile?

Una stima di 800 milioni di euro è possibile. Il patrimonio dei giocatori è stimabile in quella valutazione. Se il Milan dovesse vendere tutti i suoi tesserati facilmente potrebbe arrivare a quella cifra.

Arabi o libici nel futuro rossonero?

Potrebbero essere gli arabi, come hanno già fatto in Inghilterra e che vogliono entrare nel business del calcio italiano con i loro capitali. Potrebbero anche essere i libici visti gli ultimi stretti legami con l'Italia. Ricordiamoci che la Libia è già entrata nel capitale della Juventus e anche in quello del Perugia.

Quali contro indicazioni avrebbe un investimento di questi soggetti?

Meglio un imprenditore tifoso come Massimo Moratti all'Inter o come il primo Silvio Berlusconi al Milan. Questo perché bisogna continuare a investire per vincere. Altrimenti succede come al Chelasea con Roman Abramovich, che rispetto ai primi anni ha tagliato di molto gli investimenti.

Si è parlato anche di azionariato popolare da parte dei tifosi. Si può fare?

L'azionariato popolare è possibile solo se la società apre a questo tipo di investimento. Il Milan non è una società per azioni e non è possibile lanciare un Opa, l'offerta pubblica di acquisto, sul mercato finanziario. Dal basso, cioè dai tifosi, può arrivare la richiesta alla società di vendere, che però essendo un soggetto privato decide se aprirsi a un'offerta di questo genere. Per l'azionariato popolare è necessario che i tifosi, o chi ha interesse nell'investire nella società Milan, si mettano insieme nominando un rappresentante legale che formalizza l'offerta alla Fininvest che controlla la società di via Turati.

Che problemi porterebbe un investimento da parte dei tifosi?

Il problema di questo tipo di azionariato è che bisogna continuare a investire e non è possibile per i tifosi continuare a ricapitalizzare la società. Serve sempre una figura di riferimento, un azionista di maggioranza, capace di pompare nuova liquidità nelle casse del club. Come succed ein Spagna con il Real Madrid e il Barcellona.

cacca2003
00sabato 5 settembre 2009 14:54
Ha ragione Repubblica.

Il Milan si riflette troppo sulla politica di Berlusconi
e lui lo sa, ed è un rischio esagerato.
All'ultima di Maldini a San Siro gli striscioni più
taglienti erano in realtà riservati a lui, che infatti
non è sceso sul campo per premiare Paolone, come era
previsto dal cerimoniale. Il rischio di essere fischiato
sarebbe stato uno smacco per la sua immagina, quella stessa
immagine con cui ha costruito la sua politica in questi
anni.
Non può correre questi rischi.

E poi con Veronica che fra un po' batterà cassa, i
soldi bisogna tenerseli buoni...

Mi sembra evidente.
maldini
00lunedì 7 settembre 2009 09:58
[SM=x1097149] che brutta situazione, speriamo che se ne esca bene e in fretta
pienpi
00lunedì 7 settembre 2009 10:14
Corriere dello Sport: Da Gennaio nuovi investitori nel Milan

E’ concreto il fatto che dopo la chiusura del bilancio al 31 dicembre 2009 ci sarebbe la possibilità di disporre di capitali freschi nella nuova gestione economica. Anche perchè per quella data è previsto l’ingres­so di nuovi soci (di minoranza) nella società di via Turati. L’imprenditore albanese Taçi (milani­sta «d.o.c.» già vicino all’acquisto del Bo­logna) e la dinastia (di Dubai) Al Mak­toum (proprietaria della Emirates Airli­nes) sono i principali candidati ad affian­care Berlusconi nella gestione del club.



sta diventando uno stillicidio sta faccenda...
se cessione deve essere, che sia fatta bene (ossia a proprietari che diano garanzie e non comprino il milan solo per chissà quali fini) e che sia fatta in fretta, prima cioè che la squadra di sfracelli del tutto
maldini
00lunedì 7 settembre 2009 10:43
servono imprenditori con tanti soldi e che non rischiano di restare a corto e che allo stesso tempo abbiano un po' di passione almeno per il calcio se non proprio per il milan nello specifico

per i capitali i petrolieri son più che sicuri, però per la passione vien più difficile trovarli
pienpi
00lunedì 7 settembre 2009 11:19
Telelombardia: "Svolta Milan, ceduto il 35% della società"

La cessione a tappe del Milan sarebbe già iniziata. Il presidente del club rossonero, Silvio Berlusconi, avrebbe quindi dato ascolto ai consigli dei figli Piersilvio e Marina, che da tempo avevano suggerito al padre di cedere il Milan.

Si partirebbe con una cessione di una quota importante ma minoritaria del club, con fonti londinesi che parlano di un 35% ceduto ad un fondo sovrano, probabilmente libico. A confermare questa ipotesi è stato il giornalista finanziario Mauro Bottarelli in diretta a Telelombardia. GIà nei giorni scorsi il quotidiano Repubblica aveva accennato all'ipotesi di una cessione in atto del Milan, addirittura sostenendo che lo stesso Berlusconi abbia proposta al leader libico Gheddafi un ingresso progressivo all'interno della società.



gheddafi proprio no.... [SM=x1097147] [SM=x1097147] [SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]
maldini
00lunedì 7 settembre 2009 12:22
fosse vero e ufficiale non sarebbe un giornalista a saperlo, non è che certe operazioni si fanno proprio sottobanco...
pienpi
00lunedì 7 settembre 2009 12:57
indubbiamente, ma le voci sono sempre di più (un po' come quando kakà andò al real...) e la proprietà parla dice una cosa (teniamo il milan) ma ne fa un'altra (smantella la squadra e sistema i conti in vista della cessione)
maldini
00lunedì 7 settembre 2009 13:05
che poi per una società calcistica non capisco, perchè la maggior parte del valore è fatto dal parco giocatori e dall'immagine.
sistemando i conti ha si aumentato il valore patrimoniale, ma ridotto quello di immagine e prestigio.
non credo che il valore sia cambiato di molto, se addirittura non è diminuito
cacca2003
00lunedì 7 settembre 2009 13:31
Ieri su 7Gold dicevano Ligresti.
Che Dio ce ne scampi.

Io preferirei un magnate americano, tipo allo United.

Certo non Gheddafi...
pienpi
00lunedì 7 settembre 2009 13:38
perchè ligresti no? non lo conosco ma essendo italiano era quasi la soluzione che preferivo...
maldini
00lunedì 7 settembre 2009 14:59
Ligresti è proprietario di mezza milano
la marca di moda Gilli è della figli GIuLia LIgresti
di soldi ne ha palate
pienpi
00lunedì 7 settembre 2009 16:03
l'importante è che sia serio e abbia un progetto chairo per la squadra
cacca2003
00lunedì 7 settembre 2009 20:54
Re:
pienpi, 07/09/2009 13.38:

perchè ligresti no? non lo conosco ma essendo italiano era quasi la soluzione che preferivo...



Perchè è un fottuto palazzinaro, con tutto quello che questo
ha implicato e implica....

Trovarmi tra le mani dell'ennesimo "imprenditore" alla
Cragnotti che quando muore lui rischia di far morire
la squadra non è il massimo, mi perdonerete.

Di imprenditori seri in Italia ce ne sono pochi, e finchè
non mi arriva un Ferrero, preferisco uno straniero.


Giubo
00lunedì 7 settembre 2009 21:57
ragazzi,io preferisco sempre un Berlusconi distratto ad un ignoto e imprecisto milionario straniero su cui non possiamo scommettere rimanga
pienpi
00martedì 8 settembre 2009 12:57
Gianni Nardi: "Il Milan resterà in mano alla famiglia Berlusconi"

Contattato telefonicamente dalla redazione sportiva di Telelombardia-Antenna 3 durante la trasmissione Lunedì di Rigore condotta da Fabio Ravezzani andata in onda ieri sera, uno dei vicepresidenti storici del Milan, Gianni Nardi ha smentito la vendita di quote di minoranza da parte del club a nuovi investitori affermando: "Credo di poter rispecchiare il pensiero del presidente Berlusconi. Lui non vuole cedere il Milan e noi della dirigenza siamo sicuri che ciò non avverrà in tempi medio brevi".




la smentita è arrivata, ma la parte finale...
maldini
00martedì 8 settembre 2009 13:28
una media smentita breve [SM=x1097147]
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