San Siro ha perso Magia - Maldini

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maldini
00giovedì 20 settembre 2007 11:15


Maldini attacca i tifosi
"San Siro ha perso la magia"



Il capitano rossonero: "Dopo ciò che ha fatto il Milan meritiamo un trattamento diverso. Tornerò tra un mese. Voglio essere sempre disponibile, senza scegliere le gare da giocare. L'ultima partita? A Mosca, finale di Champions. Poi il futuro sarà comunque nel Milan"



Paolo Maldini, 39 anni, capitano del Milan. Reuters
Paolo Maldini, 39 anni, capitano del Milan. Reuters



MILANO, 20 settembre 2007 - Un mese per rivederlo in campo, un’ora per parlare di tutto, un minuto per rimproverare i tifosi. Paolo Maldini è già tornato.


Maldini, quando giocherà?

"Tra un mese. Nella seconda metà di ottobre sarò a disposizione di Ancelotti. Il professor Martens dovrebbe visitarmi all’inizio del mese. Se darà l’ok definitivo, potrò accelerare. Ma già da venti giorni sto lavorando intensamente: mi manca solo il campo".

Quante volte alla settimana pensa che questa è la sua ultima stagione?


"Abbastanza spesso. Non giocando, ho più occasioni per pensare... In effetti è una situazione strana: da un lato so che è meglio fare le cose con calma; dall’altro lato, però, il tempo passa e comincia a mancarmi".

Che aspettative ha?

"Voglio essere sempre disponibile, senza scegliere le partite da giocare. Mi aspetto una stagione normale per chiudere come avevo sempre desiderato".

Secondo Ancelotti, però, i giocatori meno giovani devono capire che conta più la qualità delle loro partite rispetto alla quantità.

"Ognuno di noi vuole giocare sempre, e in particolare le partite più belle. La scelta, ovviamente, spetta all’allenatore. Il rapporto tra me e Ancelotti è molto buono, ci parliamo spesso".

Quanto può essere difficile per lui lasciarla in panchina per scelta tecnica?

"È già successo due volte l’anno scorso: contro l’Inter e il Palermo. Immagino che per Ancelotti possa essere una scelta difficile, ma quello è il suo ruolo".

Come le sembra il Milan?

"Migliore dell’anno scorso, più sicuro. Crescerà ancora con il recupero di Ronaldo e Serginho e con l’inserimento di Pato".


L’indubbia vocazione europea non ha anche una motivazione tecnica? Il Milan sembra costruito per le partite secche.

"Più che una questione tecnica farei un discorso di motivazioni: nelle gare importanti diamo il 100% e siamo quasi imbattibili. Poi in Europa gli avversari si chiudono di meno e questo ci avvantaggia".

I campioni del Milan danno il massimo solo nelle grandi occasioni?

"No. Il campione, quando è campione vero, trova sempre gli stimoli. Questa è la differenza. E al Milan non c’è questo problema: infatti io ho vinto 7 scudetti. E’ orribile trovarsi a gennaio senza poter inseguire lo scudetto. Vedrete che lotteremo fino alla fine con Inter e Roma".

Se alzasse la coppa del Mondiale per club a Tokyo, potrebbe anticipare il ritiro per chiudere con quell’immagine?

"No. Per me la Champions League è molto più importante del Mondiale per club".

Tra qualche anno potrà dire di aver giocato con o contro Maradona, Platini, Van Basten, Zidane, Shevchenko, Kakà. Pato meriterà un giorno di far parte di un elenco così prestigioso?

"È presto per dirlo. Ma ha potenzialità tecniche e fisiche notevoli. Adesso sembra un acquisto costoso, ma credo che si rivelerà un investimento intelligente".

Contro il Benfica, per l’ennesima volta, i tifosi del Milan non hanno intonato cori per la squadra. E’ dispiaciuto?


"Di più: sono molto arrabbiato, come i miei compagni. Dopo tutto quello che abbiamo dato, fatto e vinto, meritiamo un trattamento diverso. Quest’atteggiamento è iniziato nel derby di ritorno dell’anno scorso. Con un aiuto da parte della nostra curva, non avremmo perso quella partita".

Perché accade?

"Difficile dirlo. Ci sono motivazioni economiche, giochi di potere. Ma se sono queste le ragioni per andare allo stadio, non so più che cosa pensare. Comunque non è solo la curva a non sostenerci: anche i tifosi degli altri settori se ne stanno zitti. Io credo che quando si canta "Abbiamo il Milan nel cuore", poi bisogna dimostrarlo. Ormai noi giochiamo in trasferta o in campo neutro: mai davvero in casa. Non mi sembra logico, e la squadra non ci sta più".

Ci sono anche le manifestazioni di dissenso nei confronti di Dida e Gilardino.

"Un’altra cosa che non comprendo. I fischi ci sono sempre stati, ma qui si sta andando oltre. A San Siro si sentono applausi ironici per Dida quando blocca una palla facile. Ma quello è il portiere della finale di Manchester, è un campione d’Europa come Gilardino. San Siro è sempre stato magico: adesso stiamo perdendo questa magia".

Il calcio italiano resta prigioniero di beghe politiche e giochi di potere. Lo scandalo di un anno fa è stata un’occasione sprecata?

"È difficile rimpiazzare i dirigenti sportivi: non c’è stato un ricambio generazionale. Andrebbero coinvolti di più gli ex atleti".

Se Platini la chiamasse all’Uefa, ci andrebbe?

"In passato sono stato critico con lui, adesso mi piace di più. Dovrà sfruttare il potere per imporre la sua idea di calcio. Secondo me è giusta la partecipazione alla Champions dei campioni dei Paesi minori. Bisogna però capire che ruolo avranno nella sua gestione gli interessi economici".


Pallone d’oro: Kakà o Pirlo?

"Ricky l’anno scorso è stato incredibile; Andrea nella sua normalità lo è tutti i giorni. Kakà è favorito perché negli highlights in tutta Europa è più facile vedere i gol che i lanci o il lavoro del regista".

O le scivolate e i salvataggi dei difensori... Vero, Maldini?

"Vero, ma quello è il passato. Non ci penso più".

Ma nell’economia del gioco del Milan è più importante Kakà o Pirlo?

"Risposta quasi impossibile: risolvono le partite in due modi diversi".

In Italia non ci sono più difensori bravi: problema generazionale o di scuola?

"Di scuola. Ma è un problema mondiale, non solo italiano. Forse non si insegna più a marcare, a fare certi movimenti".

Sta studiando il modo in cui Costacurta gestisce l’inizio della seconda vita?


"Sì, ma Billy è sempre nel suo ambiente. L’unica differenza è che all’allenamento mette la maglia rossa e non quella bianca. Questa per lui è una stagione di apprendistato".

La Nazionale è davvero diventata un problema?

"Per chi ha o ha avuto problemi fisici, sì. Si gioca troppo, non c’è niente da fare".

Però lei fino a 34 anni giocava sempre nel Milan e in azzurro.

"Perché fino a quell’età non avevo mai avuto infortuni. Se fossi andato avanti ancora, non ce l’avrei più fatta".

Suo figlio Christian, che gioca negli Esordienti, cresce bene?

"È tranquillo, non sente la pressione. Fa il terzino sinistro: strano eh?".

Paolo, ha già pensato alla sua ultima partita?

"Sì, sarà a Mosca: la finale di Champions".


Quello è un sogno, non un programma già definito.

"Vero, ma è l’unica cosa a cui ho pensato".

Il Milan ritirerà la maglia numero 3?

"Così mi ha detto Galliani. E mi farebbe molto piacere".

E tra un anno cosa farà?

"Non è ancora deciso. Ma tra febbraio e marzo deciderò insieme alla società".

Quindi resterà nel Milan.

"Questa è l'idea".




mauri983
00venerdì 21 settembre 2007 12:40
Non abbiamo cantato nel derby ma abbiamo cantato in tutte le altre partite fino alla fine della stagione però...del resto non si sarebbe nemmeno vinto 3-0 col manchester senza il nostro supporto...

Comunque non credo sia per il decreto salva-calcio questa protesta come era scritto nei volantini rilasciati allo stadio lo scorso martedì bensì credo sia per quello che è succeesso tra tifosi-dirigenza lo scorso inverno, comunque inizia ad essere una situazione insostenibile anche in curva, secondo me si rischiano gli scontri...
maldini
00venerdì 21 settembre 2007 13:14
[SM=x1097149] il tifo per me dovrebbe prescindere dalle posizioni politiche o ideologiche di ogni sorta
insomma, uno se tifa e ama il milan lo deve fare anche se gli sta sulle palle la dirigenza o se crede che ci sia stato qualche errore

al limite attacchi la dirigenza, ma non puoi voltare le spalle alla squadra
mauri983
00venerdì 21 settembre 2007 14:32
Però è forse l'unica maniera per far valere le proprie ragioni giuste o sbagliate che siano...io non le condivido e infatti domani nemmeno vado a milano, 50 euro risparmiati...
pienpi
00venerdì 21 settembre 2007 19:51
letto questo articolo
www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Milan/Primo_Piano/2007/09_Settembre/21/scortagallia...

non trovo alcun tipo di scuse.

Già non ne troverei a priori: se si vuole contestare la dirigenza (e poi perchè contestarla? vorrei tanto capirlo: abbiamo vinto più di tutti negli ultimi vent'anni e non ci va più bene questa cosa?) ci sono molti modi: striscioni, manifestazioni, scioperi del tifo circoscritti, tipo un tempo o una partita. Qui è una cosa molto più lunga e grave.

Se poi fosse vero che tra i tifosi della curva si annidano i criminali ipotizzati nell'articolo, bè, allora comincerei a pensare che alla Sud non ci vanno più i tifosi, perchè il TIFO è un'altra cosa.

Scusate i toni aspri, ma questa storia mi ha veramente schifito
mauri983
00martedì 25 settembre 2007 16:13
Non si tratta di contestare la dirigenza per i risultati, si tratta di cose molto più importanti, dubito comunque che le altre società non partecipino alle trasferte organizzate e altre attività per i tifosi, come invece ha deciso il milan di fare...pensate sia facile seguire il milan in casa e fuori in italia e in europa...anche chi va in curva lavora e ha una famiglia...ciò non toglie che la violenza verso la dirigenza e verso gli stessi tifosi che non condividono questi atti sia totalmente sbagliata...bisogna intervenire prima che qualcuno si faccia male...
maldini
00mercoledì 26 settembre 2007 12:34
bisogna trovare in fretta il modo di separare definitivamente la delinquenza nascosta nei gruppi ultras

i tifosi e la curva non è un covo di delinquenti ma se non vengono estirpati gli elementi pericolosi ci va di mezzo tutto il tifo
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