Virginia, fa 32 morti poi si spara

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maldini
00martedì 17 aprile 2007 16:04

Virginia, fa 32 morti poi si spara
"Cercava la sua ragazza"


di Gabriele Villa - martedì 17 aprile 2007, 10:01


Una strage. Un killer ventenne, di origine asiatica, accecato da chissà quale maledetta motivazione, che in un campus universitario della Virginia entra in azione due volte, nell’arco di poco meno di due ore, e spara all’impazzata uccidendo 32 studenti, prima di essere intercettato dalla polizia, che aveva bloccato tutte le vie di fuga. Vistosi perduto, il giovane killer - che avrebbe sparato tra i 40 e i 50 colpi - ha scelto di togliersi la vita con la sua arma.

Sembra un incubo, la sceneggiatura di un film dell’orrore studiata con rigore maniacale. Ma è tutto incredibilmente vero. C’è il viavai della ambulanze che prosegue per ore, ci sono le sirene delle auto di polizia che brancolano per decine di minuti nei dieci chilometri quadrati di quest’oasi di verde, a Blacksburg, 300 miglia da Washington, prima di capire e soprattutto prima di riuscire a intercettare il folle regista di questa strage. C’è l’avviso agghiacciante del rettore Charles Steger, che compare nel sito internet della Virginia Tech University: «Shootings on campus». Sparatorie nel campus.

Ed è stato proprio grazie al contributo del rettore Steger e a quello di alcuni degli studenti scampati per miracolo alla furia omicida che è stato possibile ricostruire quanto è accaduto. Il massacro, il peggiore mai avvenuto in una università americana, è cominciato poco dopo le 7 del mattino, quando l’assassino ha aperto il fuoco alla West Ambler Johnston Hall, un dormitorio che ospita circa 900 studenti, uccidendo una persona e ferendone un’altra.

Mentre scattava l’allarme nel campus e le autorità ordinavano agli studenti di restare chiusi negli edifici dove si trovavano, lo sparatore si è spostato in un altro edificio del campus, dove si tengono lezioni di chimica e di ingegneria. Qui ha aperto il fuoco sulle persone che ha incontrato, prima di raggiungere un’altra aula, dove ha sparato contro gli studenti che vi si trovavano. Ma il killer non è uscito vivo dall’edificio, che era stato circondato dalla polizia, e ha preferito uccidersi.

Il movente del folle gesto è avvolto nel mistero, ma potrebbe essere passionale. Secondo alcuni testimoni, il killer stava cercando una ragazza. Una volta entrato nell’edificio avrebbe allineato lungo una parete alcune delle persone incontrate uccidendole «come in una vera e propria esecuzione». C’è anche un numero imprecisato, ma alto, di feriti, per alcuni una ventina, per altri trenta.
Cancellati con un colpo di spugna dal sito della Virginia Tech i programmi di studio, gli orari delle lezioni, i progetti di ricerca di questo ateneo, tra i più famosi politecnici degli Stati Uniti. Che ospita 28mila studenti e che ha avuto tra i suoi allievi capitani d’industria come Thomas Phillips, amministratore di Raytheon, scienziati come il premio Nobel per la fisica Robert Coleman Richardson. «La nostra università è stata colpita da una tragedia di monumentali proporzioni - ha dichiarato il rettore Steger -. Siamo tutti sotto choc per questo orrore».

E «inorridito» per la strage si è detto anche il presidente Bush, il quale ha tuttavia ribadito, tramite un suo portavoce, che gli americani «hanno il diritto di portare armi», anche se «tutte le leggi vanno seguite». «Portare una pistola a scuola, in un dormitorio e sparare all’impazzata - ha precisato il portavoce del presidente - è contro la legge, e chi è responsabile dovrebbe essere punito.
Tutte le lezioni sono state sospese alla Virginia Tech mentre consulenti psicologici e spirituali sono stati portati nel campus per parlare agli studenti, traumatizzati dall’accaduto. E che già erano stati turbati, all’inizio dell’anno scolastico quando le lezioni erano state annullate perché un detenuto, dopo avere ucciso due poliziotti, era evaso nei pressi del campus innescando una drammatica caccia all’uomo che aveva lasciato a terra senza vita un vicesceriffo. Ma questa volta le autorità, secondo le testimonianze, hanno reagito con prontezza avvisando con e-mail e con altoparlanti gli studenti. Molti ragazzi hanno filmato con i loro cellulari le sequenze del dramma, e le tv americane hanno mandato in onda queste immagini assieme a quelle girate dai loro operatori.


ma in che mondo siamo??
se penso a quello che può succedere mentre mio figlio va a scuola mi passa la voglia di farne... stupri, omicidi, alcool, droga....
mauri983
00mercoledì 18 aprile 2007 11:33
Sì alla fin fine queste cose una volta succedevano solo in america, adesso ne succedono tutti i giorni anche qua...
se non lo farà la natura, ci autodistruggeremo noi...
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