Inzaghi: «Sarà l'anno del Milan» (Gazzetta dello Sport)
«Riconquisto Ancelotti con un gol alla Juve».
Inzaghi, che cosa le resta del 2006 a livello umano? «Tantissime emozioni. Il calcio è la mia vita, ma quest'anno la mia vita non è stata solo il calcio. Il Mondiale racchiude tutto perché è stata una grande gioia professionale, ma anche la festa di un Paese intero: ancora ricordo i tifosi che mi ringraziavano durante le celebrazioni a Roma e poi al mare, in vacanza, dovunque. E' bello aver regalato una felicità così grande a gente che non si conosce direttamente. Nel 2006 sono tornato un giocatore da Nazionale: è stata la dimostrazione di quanto la forza di volontà sia importante. E ovviamente la forza di volontà vale in ogni ambito della vita. Quindi il 2006 è stato uno dei miei anni più belli. E credo che, pur non avendo vinto nulla, il Milan debba stilare un bilancio positivo».
Qual è il suo segreto? «La passione per il lavoro. E l'esperienza. Ormai anche se non segno non perdo mai la serenità: nei momenti di scarsa forma cerco di essere utile alla squadra mantenendo un atteggiamento positivo. Con l'età si matura: io nello spogliatoio vorrei essere prezioso per i più giovani come Maldini e Costacurta, due campioni che mi hanno insegnato tanto. I gol prima o poi arriveranno: guardate Gilardino. Alberto è bravissimo. Non capisco chi dice che non possiamo giocare insieme. Abbiamo caratteristiche simili, ma in coppia abbiamo già fatto e faremo cose ottime».
Dopo aver segnato 264 gol in carriera, le dispiace che si parli di un suo trasferimento all'estero? «Questo è il calcio: io sto bene al Milan e vorrei chiudere la carriera qui. Ho 33 anni, so che non posso giocare sempre, ho accettato senza problemi le panchine dell'ultimo periodo, però voglio sentirmi utile e importante. Se non sarà così, valuterò la situazione: il Milan resta la mia priorità, adesso è il momento di lavorare, a fine stagione verificherò il mio ruolo».
Pippo, ci dica la verità: quanto ha sofferto negli ultimi mesi? «Se intende per i risultati del Milan, tantissimo: forse come Berlusconi e Galliani perché questa è la mia seconda famiglia. E quando le cose non vanno bene ci resto male».
Le piacerebbe segnare subito nel Trofeo Berlusconi. «Quella non è un'amichevole e poi è l'unica partita stagionale contro la Juve, un'avversaria che mi è cara e che credo manchi a tutta la serie A. Sarà una grande sfida e chi ben comincia...».
Tra dodici mesi che cosa le piacerebbe ricordare? «La Champions League e il Mondiale per Club: adesso qualcuno si metterà a ridere, ma il gruppo del Milan è così unito che nessun traguardo è impossibile. Sì, un gruppo di amici che va alla conquista dell'Europa e del mondo: questo è il Milan».