00 24/09/2009 23:50
questo articolo apparsa so il sito di QSVS mi pare faccia una fotografia molto schietta e molto onesta della situazione:

Chi mai ci ha creduto può serenamente rassegnarsi: cinque partite dopo la casella del via il Milan si guarda intorno e vede gli altri sparire all’orizzonte, come puntini in lontananza. Solo che chi è rimasto indietro è proprio il Milan. Ma non sono gli imprevisti del gioco più pazzo del mondo, sono stenti ampiamente preventivabili. Chi amministra il Milan ha il compito ingrato di suonare sempre lo stesso disco, predicare ottimismo a oltranza, sciorinare il sorriso d’ordinanza, raccontare aneddoti carini. Si vendono illusioni, quando la realtà uccide i sogni nella culla. Chi amministra il Milan non è detto che creda sempre al copione che deve interpretare. Recita a soggetto, prigioniero di un ruolo ingrato, ma quando poi scorre il film di questo Milan crepuscolare l’espressione sul viso dice tutto e rivela fatalmente l’effetto che fa. Il campionato del Milan è finito, anzi non è mai iniziato o forse è durato una giornata, quella della grande illusione. I veri valori alla distanza vengono fuori. Alla distanza non vuol dire in 5 partite. Ma i fatti sono fatti. Questa squadra non è che non dia o non voglia. Non è in atto uno sciopero bianco, né un ammutinamento precoce. Questa squadra fa ciò che può fare, che non basta per competere ai massimi livelli. Leo ammette: “sono deluso come dopo il derby”. Mica solo lui, per la verità. Questo Milan è come l’estate che finisce, come il mare d’inverno: un’ondata di malinconia. La musica è finita. Per quella della Champions c’è sempre il telecomando.