Ignazio Abate, un giocatore talvolta paradossale, quasi Pirandelliano nel suo manifestarsi. Puntualissimo nel correre incessantemente lungo la fascia, spesso non altrettanto preciso nel ponderare il passaggio, autore di partite memorabili (quella col Madrid ne è esempio) e di rovinosi pasticci; un volto a due facce che ha avuto nella giornata di ieri la sua apoteosi di "incoerenza". Dopo una partita passata a governare al meglio il ruolo affidatogli di terzino, con una prova fatta di generosita e sacrificio in ottica squadra, ecco che, grazie a un ingenuità piuttosto evitabile, vanifica quanto di buono realizzato a favore dei compagni, lasciandoli in dieci.
Oggi arriva puntuale sulle pagine della Gazzetta il mea culpa "Ho chiesto scusa alla squadra, forse sono stato ingenuo. Potevo restare a terra dopo la spinta di Pandev, ma non credo di aver fatto qualcosa per meritare il secondo giallo". Il ragazzo, classe 86, ha ancora tutto il tempo dalla sua per salutare l'incoerenza tipica di un giocatore sulla via della maturità. Ma Ignazio, e questo è un onere oltre che un privilegio, ha le carte in regola per lasciare ai ricordi episodi come quello di ieri.